Introduzione

Cosa è SQL

SQL non identifica un prodotto commerciale, ma un linguaggio nello stesso modo in cui C e Basic indicano linguaggi generali e non compilatori particolari.
È un linguaggio, che serve per eseguire varie operazioni sia sui dati che sulle strutture che li contengono. La sigla, acronimo di Structured Query Language, è ormai diventata sinonimo di linguaggio standard per la gestione dei database relazionali.

SQL è dunque un linguaggio per la gestione di database relazionali, quindi assolve alle funzioni di Data Description Languge (linguaggio di descrizione dei dati e delle strutture che li conterranno), di Data Manager Language (linguaggio per la manipolazione dei dati) e di linguaggio di interrogazione.
Il termine SQL può generare confusione. La lettera S, iniziale di Structured (Strutturato), e la lettera L, iniziale di Language, sono abbastanza semplici, ma la lettera Q si presta a varie interpretazioni. Ovviamente Q sta per Query che se fosse interpretata alla lettera, limiterebbe il linguaggio SQL a uno strumento per interrogare il database. In effetti SQL fa molto di più che porre delle domande.

Gli informatici chiamano questo linguaggio di alto livello o dichiarativo perché permette di svolgere operazioni dichiarando cosa si deve ottenere e non come si deve ottenere. Ricordiamo che i linguaggi di terza generazione o procedurali sono quelli dove bisogna specificare il come si fa, non è sufficiente dichiarare il cosa si deve fare. Non è così per questo linguaggio, che pur limitando le scelte del programmatore e l’efficienza del programma, libera lo sviluppatore dal gravoso compito di scrivere pagine e pagine di codice. Chi usa questo linguaggio però, non è solo chi programma, ma anche chi si avvicina all’informatica marginalmente e per riflesso. Queste persone sono gli impiegati, i professionisti, i commessi, i magazzinieri, ecc. insomma chiunque ha la necessita di manipolare o consultare basi di dati. Forse la causa del suo grande successo sta nella sua semplicità di utilizzo. Non bisogna, però farsi ingannare, perché se da un lato SQL è intuitivo e semplice, da un altro, per essere capito a fondo richiede di essere studiato con attenzione per capirne tutte le sfumature e le notevoli potenzialità.

Storia di SQL

Le origini di SQL risalgono all’inizio degli anni 70 in California, quando la società IBM sviluppa il System R, un applicativo per la gestione dei dati, il cui linguaggio veniva chiamato Sequel. Questo linguaggio rappresentava l’embrione di quello che sarebbe poi diventato l’attuale SQL. Infatti alla fine degli anni 70, sempre l’IBM, sviluppa un altro prodotto il DB2 (un sistema per la gestione di database relazionali o RDBMS, Relational Database Management System) che utilizza una primordiale versione di SQL. Da allora si sono succeduti un gran numero di prodotti che implementano questo linguaggio e ogni produttore, aggiungendo delle variazioni e estensioni proprie, ha contribuito alla creazione della miriade di dialetti che oggi vengono chiamati SQL.

Standardizzazione di SQL

I due enti che si occupano del processo di standardizzazione ANSI (American National Standards Organization) e ISO (International Standards Organization), stanno svolgendo, ormai da anni, azioni di promozione dello standard SQL.

Sebbene questi enti preparino le specifiche cui devono adeguarsi i progettisti dei vari DBMS tutti i prodotti che implementano SQL differiscono in maniera più o meno marcata dagli standard ufficiali, aggiungendo delle variazioni alla sintassi o ampliando alcune funzioni.

Nel 1986 è stato promulgato il primo standard; esso possedeva già gran parte delle primitive di formulazione di interrogazioni, ma offriva un limitato supporto per la definizione e manipolazione dei dati e delle strutture logiche che avrebbero dovuto contenerli.

Nel 1989 lo standard è stato ulteriormente esteso ma in modo limitato; l’aggiunta più significativa di questa versione è stata la definizione dell’integrità referenziale. Si fa riferimento a questa versione dello standard usando il nome SQL-89.

Nel 1992 è stata pubblicata un’altra versione, in gran parte compatibile con quella precedente ma arricchita da un gran numero di nuove funzionalità. Si fa riferimento a questa ulteriore versione usando i nomi SQL-92 o SQL-2.

L’opera di standardizzazione sta continuando ancora, infatti si sta lavorando ad un ennesima versione chiamata SQL-3, allo stato attuale non ancora pubblicata.

Note sul corso

Per una migliore comprensione e digeribilità di SQL, nel corso appaiono numerosi esempi ed esercizi. Queste query sono state testate utilizzando, nella maggiore parte dei casi, Personal Oracle 8 ed inoltre è stata (quando non specificato diversamente) verificata la compatibilità delle sintassi con Access 8.0 (versione fornita con Office 97). Il costante riferimento ad Access si è reso necessario in quanto per la sua particolare diffusione renderà possibile, a chi leggerà queste dispense, di testare loro stessi le varie query e sintassi che incontrerà.

I capitoli dal 1° al 6° sono corredati di un efficace strumento di apprendimento e autovalutazione: gli esercizi svolti. Si è pensato di fornire questo strumento per un maggiore approfondimento e diversificazione nello studio di SQL.

Il primo capitolo ed in parte il secondo risulteranno essere particolarmente semplice se non banali per chi già conosce SQL; si noti però, che queste dispense sono state create pensando non ad un lettore molto esperto in informatica ma a qualcuno che pur avendo delle conoscenze informatiche di base si affacci per la prima volta alla studio di SQL. Seguendo la stessa filosofia, sono stati inseriti nel corso argomenti che non riguardano direttamente SQL, ma che sicuramente aiuteranno la sua comprensione. Si riporta la lista di questi argomenti.

L’ultimo capitolo (cap. 9) è più sintetico degli altri. Questo è dovuto al fatto che gli argomenti trattati riguardano più lo studio del DBMS che lo studio di SQL, dunque si consiglia per un maggiore approfondimento di consultare il manuale del DBMS che si sta usando.


 
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