La musica nella caccia...
  Gli Etruschi amavano moltissimo la musica e la danza e volevano accompagnare con essa tutte le attività della giornata: il lavoro, il desinare, le cerimonie civili e religiose, la caccia, le gare sportive e persino la guerra. Un brano della "Storia degli Animali", scritta da Claudio Eliano nel II secolo riporta che gli Etruschi, quando andavano a caccia di cinghiali e di cervi, non si servivano solo dei cani e delle reti, ma anche della musica; essi si mettevano tutt'intorno le reti per tendere le trappole alle bestie , poi interveniva un esperto suonatore di flauto  per produrre con il suo strumento, una melodia, la più dolce e armoniosa possibile.
I banchetti
  I banchetti, specie quelli solenni, erano rallegrati dalla presenza non solo di suonatori, ma anche di danzatori e di danzatrici. Anche sul campo di battaglia i movimenti delle truppe erano coordinati facendo ricorso al suono delle trombe.
Il flauto
  Il flauto era lo strumento musicale più in uso,che gli Etruschi stessi avevano inventato e che era formato da due canne disposte a V, munite ciascuna di un beccuccio. Il flautista soffiava nell’uno o nell’altro di questi beccucci  per ottenere suoni acuti o bassi, ma poteva soffiare contemporaneamente in entrambi per ricavare dal suo strumento una specie di sinfonia. Il suono somigliava a quello di una cornamusa di oggi. 
La danza
  La musica accompagnava anche gli spettacoli scenici di più antica origine, che avevano carattere di mimo ed erano rappresentati da attori-danzatori mascherati. La danza ci è nota soprattutto dalle figurazioni funerarie del VI e del V secolo. Sembra di regola eseguita da ballerini professionali: danzatrici singole accompagnate da un suonatore di doppio flauto; danzatori a coppia; ma soprattutto cori di uomini e donne procedenti in fila distaccati e con movimenti individuali, guidati da musici (suonatori di cetra o lira e flautisti) forse in funzione di corifei. I musici partecipano ai passi della danza.